Abilità visuo-spaziali: perché è importante allenarle fin da piccoli?

Ti sei mai perso mentre stavi utilizzando una cartina geografica? Hai mai provato a copiare un disegno, ma il risultato non era proprio quello che avresti voluto? Sei bravo nei giochi di memoria visiva? Riesci sempre a parcheggiare la tua auto come vorresti?

A me è capitato e… da quando ho iniziato a lavorare ho avuto modo di capire il perché!

Queste esperienze, che possiamo vivere tutti i giorni, sono la conseguenza di quanto le nostre abilità visuo-spaziali siano allenate oppure no!

Vediamo insieme quanto influiscono sulla vita quotidiana e come si possono stimolare fin da piccoli.

Cosa sono le abilità visuo-spaziali?

Le abilità visuo-spaziali, nello specifico, si riferiscono alla capacità di integrare le informazioni che provengono dallo spazio percettivo, di utilizzarle e di organizzarle per svolgere differenti compiti.

Tutti noi usiamo quotidianamente le abilità visuo-spaziali in molte attività pratiche, ad esempio quando:

  • disegniamo, scriviamo, copiamo;
  • memorizziamo visivamente un’informazione;
  • riconosciamo forme geometriche;
  • mettiamo in colonna o allineiamo numeri, lettere, oggetti;
  • ci orientiamo nello spazio, anche guidando;
  • decifriamo simboli, lettere, numeri;
  • ci muoviamo.

Le abilità visuo-spaziali si sviluppano a partire dai primi anni di vita e quotidianamente hanno molti risvolti importanti, soprattutto per le autonomie personali e l’apprendimento.

Infatti costituiscono alcuni dei prerequisiti per imparare a leggere e a scrivere correttamente e la loro maturazione avviene in modo diverso da persona a persona.

Recentemente si è discusso all’interno della comunità scientifica della possibile esistenza del Disturbo di Appredimento non Verbale (NDL Non verbal Learning Disorder), per cui sono stati identificati alcuni criteri di riconoscimento, tra i quali ci sono anche le abilità visuo-spaziali, che risulterebbero in questo caso carenti.

Le situazioni che incontro spesso sono quelle in cui questo tipo di “carenze” vengono riconosciute tardi, quando il bambino ha già iniziato la scuola primaria ed emergono di conseguenza anche altre difficoltà, come ad esempio nella scrittura in corsivo, nella lettura e nella comprensione del testo.

In questi casi, i bambini possono essere molto demotivati di fronte alla scuola e all’apprendimento, perché subiscono frustrazioni per una difficoltà che non è stata individuata precedentemente.

L’importanza della abilità visuo-spaziali in età prescolare

Anche se l’avvio alla lettura e della scrittura avvengono in modo consistente durante il primo ciclo della scuola primaria, è risaputo che esistono dei prerequisiti di base che devono essere stimolati e potenziati durante la frequenza della scuola dell’infanzia.

Questo per rendere il terreno fertile per la futura letto-scrittura!

Frequento spesso le scuole dell’infanzia durante i progetti educativi e mi capita di incontrare bambini che mi dicono: “Io odio disegnare!” oppure insegnanti che mi chiedono: “Come interpreti questo disegno?”.

Molto spesso vi è poco da “interpretare”, ma molto da osservare!

Il disegno infatti a volte è uno strumento utile per osservare se emergono alcuni campanelli d’allarme che segnalano una possibile difficoltà nelle abilità visuo-spaziali, soprattutto al di sotto dei 6 anni.

Ad esempio può trattarsi di difficoltà in questo ambito se il bambino:

  • Colora i disegni in modo apparentemente poco accurato e “frettoloso” (colora sempre sullo stesso punto, esce abbondantemente dai margini, fa fatica a “regolare” l’intensità del gesto grafico, lascia molti spazi bianchi, il tratto grafico è poco modulato, non riesce a “vedere” che parte di disegno è…)
  • Fatica a tracciare linee dentro ai binari (ad esempio nei labirinti)
  • Fatica a copiare immagini e linee (orientare linea verticale/orizzontale e oblique, figure geometriche semplici come triangolo o quadrato)
  • Non riesce ad inseguire con lo sguardo il tratto grafico, guarda da un’altra parte
  • Disegna, ma si arrabbia, perché il risultato non corrisponde a ciò che sta pensando e immaginando
  • Specularizza.

Molto spesso, osservo che i bambini con questo tipo di difficoltà presentano anche:

  • Scarse abilità nei giochi di costruzione (soprattutto se devono seguire istruzioni visive o se devono copiare una costruzione già completa)
  • Motricità fine e coordinazione occhio-mano povera (faticano a vestirsi/svestirsi da soli, ad allacciare le scarpe, anche quelle con i lacci di velcro, ad infilare, attaccare, tenere in mano oggetti di piccole dimensioni)
  • Non amano i giochi ad incastro o i puzzle oppure i giochi con la palla
  • Motricità grossolana impacciata (hanno equilibrio instabile o inciampano/sbattono su ostacoli, fanno cadere le cose… )
  • Buone competenze verbali e di espressione orale
  • Emotività molto sensibile e a volte difficoltà sociali dovute alla frustrazione e spesso al mancato “aiuto”, vengono spesso derisi.

Abbiamo quindi compreso che il linguaggio scritto utilizza in primo luogo la vista come modalità percettiva e come canale sensoriale che veicola la raccolta di informazioni, quindi le abilità visuo-spaziali sono un prerequisito importante per l’apprendimento della lettura e della scrittura .

Le abilità visuo-spaziali dopo i 6 anni

Giunti alla scuola primaria, si inizia a lavorare su spazi ridotti (quaderni, schede, libri,…) e viene richiesta la capacità, per esempio, di copiare dalla lavagna o dal libro di testo, di utilizzare strumenti tecnologici e informatici, di iniziare ad organizzarsi autonomamente lo spazio di lavoro e il materiale necessario per lo studio.

Molte sono le materie in cui viene richiesto un carico di lavoro visuo-spaziale e di elaborazione di informazioni visive:

  • Disegno: quando il ragazzo deve riprodurre proporzioni tra forme e figure o disegnare particolari oppure rappresentare i rapporti spaziali (mancanza della linea di terra, persone più alte di case), quando deve usare correttamente degli strumenti per il disegno tecnico (righelli, squadre,…);
  • Geometria: quando il ragazzo deve riconoscere e rappresentare le figure, ricordare le formule o studiare le caratteristiche delle figure geometriche (base, altezza, diagonale);
  • Scrittura: quando si devono rispettare righe e quadretti durante la scrittura o mantenere la grandezza di numeri e lettere costanti e orientarle nel modo corretto; durante la copiatura dalla lavagna o dal libro di testo o nell’orientamento dello spazio del foglio;
  • Lettura: sono implicate nella capacità di seguire la riga mentre si legge, ma anche nel discriminare la figura stimolo dallo sfondo (per esempio una parola scritta su uno sfondo di quadretti da 5 mm) e nell’andare a capo correttamente;
  • Matematica: per esempio quando si devono incolonnare alcune cifre o si devono distinguere i segni operatori o i segni di maggiore o minore (es: “+” e “x”, < e >), nella rappresentazione dei problemi e nella comprensione di grafici e tabelle;
  • Geografia: sono importanti per l’orientamento spaziale e per essere in grado di consultare una mappa.

Come si possono allenare le abilità visuo-spaziali?

Allenare e potenziare queste abilità è molto semplice e soprattutto ci sono molti giochi ed attività che si possono proporre ai propri figli anche a casa, nel tempo libero.

Ecco alcuni esempi!

  1. L’esplorazione visiva di libri, immagini, fotografie e disegni;
  2. La risoluzione di puzzle o di giochi di completamento di immagini;
  3. L’esecuzione di compiti con consegne verbali, riferimenti visivi o termini spaziali (per esempio: guarda, vedi, sopra, sotto, in fondo… );
  4. Le abilità motorie che consentono di schivare, di afferrare un oggetto, di fermarsi in tempo davanti ad un ostacolo per poi superarlo;
  5. Il ritrovamento di un oggetto tra altri (sia concreto che raffigurato);
  6. L’apprendimento per imitazione (per esempio allacciare le scarpe);
  7. L’organizzazione spaziale del foglio, sia spontaneamente che richiedendo la copiatura di una figura.
  8. Nelle riviste di logica ed enigmistica per bambini: cruciverba, trova le differenze, labirinti, unisci i punti, trova l’intruso;
  9. I “giochi di una volta”: tombola, memory, battaglia navale, puzzle;
  10. Con carta, matita e un pizzico di creatività possiamo proporre in modo accattivante di: copiare figure di diversa complessità, tracciare labirinti, ruotare e completare figure, ricostruire immagini, osservare e seguire delle mappe, cercare oggetti nascosti in una foto, etc. Ricordiamoci di iniziare con figure semplici, vanno benissimo quelle di base come quadrato, triangolo, cerchio, aumentando via via la difficoltà;
  11. Osservare delle composizioni di figure geometriche semplici per alcuni secondi e dopo riprodurle;
  12. Chiedere al bambino o ragazzo di riprodurre una costruzione con lego o cubetti di legno colorati costruita prima da noi o raffigurata su un foglio o al PC.

E se l’allenamento a casa non basta?

Spesso le difficoltà a carico delle abilità visuo-spaziali sono una conseguenza o sono associate a disturbi dell’apprendimento, difficoltà di linguaggio e disturbi motori.

In questi casi è utile sapere che è importante che vengano valutate e trattate perchè hanno ampio margine di miglioramento!

Il punto di partenza è quello di rivolgersi a un professionista che possa valutare la difficoltà e programmare un intervento mirato, fornendo anche i consigli più adeguati alla famiglia.

A Centro Archè il trattamento neuropsicomotorio, nei casi di disturbo delle abilità visuo-spaziali è focalizzato ad individuare, attraverso somministrazioni di test specifici, le aree di forza e quelle di debolezza, per giungere alla pianificazione di un percorso “cucito ad hoc” proprio per quel bambino.

In questo modo il bambino può sperimentare il successo.

Quasi sempre, se si interviene nel modo corretto, si osservano miglioramenti anche in molte altre competenze, come l’attenzione, la motricità globale e le autonomie.

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