Compiti per casa: il ruolo del genitore per gestirli al meglio

Alcuni studi condotti in università inglesi e statunitensi hanno ottenuto un risultato eclatante in riferimento alla domanda:

“I genitori contribuiscono all’aiuto nei compiti per casa dei ragazzi?”

Non so cosa ne pensiate voi, ma la risposta che hanno dato le ricerche è la seguente:

“maggiore è il coinvolgimento dei genitori negli impegni scolastici pomeridiani del ragazzo, minori sono le performance degli stessi”.

Sembra assurdo eppure è così!

Le performance poi, diminuiscono soprattutto quando i ragazzi diventano grandi e frequentano le scuole superiori: gli argomenti diventano complessi e i genitori non sono più in grado di sostenere i propri figli al meglio.

Aiutare durante i compiti non è necessario

Da queste ricerche fatte, la causa più probabile della bassa performance è che i genitori non riescono ricordare alcuni argomenti dei loro studi giovanili oppure non li conoscono totalmente perché non li hanno mai incontrati prima.

Fare i compiti diventa quindi per molti genitori trovarsi a studiare per la seconda volta tutto il programma scolastico: non sempre gli argomenti sono chiari, e non sempre sono gli stessi che si presentavano anni fa.

Nonostante il contributo poco performante, molti adulti sentono la necessità di essere comunque costantemente presenti, specialmente quando pensano che loro figlio sia in difficoltà nel fare i compiti e non abbia via d’uscita.

Inoltre, aiutare il proprio figlio contribuisce in casi particolari a preservare la pace domestica!

Sia mai che il giovane di casa possa scombussolare i ritmi delle numerose attività sportive o che si porti in vacanza quei compiti che possono potenzialmente deturpare le infinite gioie che il nucleo familiare godrebbe andando al mare.

C’è l’idea che l’eseguire i compiti per casa sia un castigo, piuttosto che un’opportunità di riscoprire conoscenze indispensabili al bagaglio di un giovane attore e produttore della propria vita.

Il diritto dei figli a sbagliare quando fanno i compiti

Un altro motivo potente che porta il genitore a stare vicino ai figli, anche pomeriggi interi, riguarda il pensiero che l’adulto ha rispetto al proteggere i ragazzi dal fallimento.

In pratica si ragiona come se i figli non debbano sapere cosa vuol dire essere delusi o come se non fossero capaci di metabolizzare un insuccesso.

Questo “apparente” atteggiamento di non fiducia rispetto all’esecuzione dei compiti è generato probabilmente da qualche bisogno giovanile non ricompensato del genitore. Ne consegue che diventa difficoltoso riconoscere i reali bisogni dei propri figli.

Cosa si può fare fin da subito per evitare questa confusione?

Al genitore conviene separare i propri ricordi e le proprie paure infantili da quelle che possono avere i figli e convincersi che i propri ragazzi non hanno bisogno a priori di risposte protettive, dato che non hanno ancora ricevuto scottature.

Inoltre si può contribuire in maniere più efficaci: sostituirsi al figlio costantemente durante la giornata nello svolgimento dei compiti non è quasi mai la soluzione giusta!

Come puoi aiutare tuo figlio durante i compiti

Ai giovani studenti conviene molto di più essere seguiti e aiutati sul piano emotivo e su quello motivazionale.

Se si pensa al problema dell’accettazione dell’errore, nominato poco fa, si può dedicare del tempo con i propri figli a rivalutare e accettare l’utilità del fallimento.

Come abbiamo visto nel precedente articolo l’errore è un’importante fonte d’informazione, anche durante lo svolgimento dei compiti, e aiuta a valutare e a produrre strade alternative per il conseguimento degli obiettivi scolastici.

Rimanendo però sul piano motivazionale, è importante spingere il ragazzo a valutare e monitorare i propri processi metacognitivi nello studio e nell’esecuzione dei compiti.

Se i ragazzi imparano ad analizzare le proprie azioni e a cercare soluzioni strategiche a problemi che sembrano insormontabili, riusciranno ad accettare con atteggiamento diverso lo studio pomeridiano.

Quasi come se fosse una sana sfida: essa può portare all’unica conclusione di raggiungere livelli avanzati di conoscenza!

Esaltante come aspirazione, ma solo se si riesce a proporla ai figli rispettando i loro gusti e le loro preferenze.

I ragazzi, come si sa, hanno stili diversi anche nel metodo di studio: esso è importante tanto quanto la motivazione nei risultati scolastici.

Proprio per questo, i genitori possono aiutare a promuovere lo sviluppo di un atteggiamento indagatorio verso le abilità dei propri figli spingendoli a costruire una visione più strategica dello studio.

In pratica possono aiutarli a costruire un metodo di studio personalizzato ed efficiente.

Quando un ragazzo è efficace nello svolgimento dei compiti

E se i ragazzi sono oppositivi e sono ancora svogliati?

Bisogna comprendere le loro necessità con atteggiamento empatico.

Le problematiche che impediscono di procedere coni compiti possono riguardare vari ambiti delle attività del figlio, non solo l’area scolastica, e possono compromettere la serenità nell’approccio allo studio.

Uno studente è efficace nell’eseguire i compiti si sente tale se:

  • riesce a gestire le proprie paure, tra cui quella di fallire;
  • studia per il suo piacere, non solo per i risultati positivi;
  • si sente attore competente del suo progetto di studio;
  • non ha preoccupazioni che gli impediscano emotivamente di concentrarsi;
  • ha una buona padronanza delle abilità metacognitive, oltre che delle abilità di base (memoria, centrazione, calcolo mentale, lettura, etc… );
  • possiede un buon metodo di studio personalizzato;
  • si sente sostenuto dai genitori.

L’importanza di essere supportati da professionisti nell’esecuzione dei compiti

Un ruolo importante che un genitore può portare avanti è anche legato al mantenere attiva la comunicazione con la scuola: essa è infatti uno degli enti che ruota attorno allo sviluppo cognitivo e personale del ragazzo.

Nel momento in cui da genitore si rilevano difficoltà a casa, è fondamentale avvisare la scuola: l’insegnante può infatti supportare nell’esecuzione dei compiti, per esempio alleggerendo il carico, spezzettandolo, proponendo schemi e riassunti più funzionali, etc…

Se il ragazzo ha delle difficoltà sarà essenziale integrare le abilità e rinforzarle, approfittando anche del periodo estivo, in preparazione dell’inizio del nuovo anno scolastico.

A Centro Archè nel periodo estivo viene attivato un servizio, lo Studio Assistito, che offre la possibilità ai genitori di portare i propri figli a svolgere i compiti, in un ambiente stimolante, che favorisce l’autonomia e rinforza le competenze scolastiche di ogni ragazzo.

Questa è una buona opportunità per allenarsi nei svariati ambiti di studio con il supporto non invasivo, ma rinvigorente dei nostri professionisti!

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