Coordinazione, che missione… possibile! – parte 1

La coordinazione motoria è un’abilità molto importante per acquisire autonomie, relazionarsi con il mondo esterno e per raggiungere dei buoni risultati di apprendimento. Scopriamo insieme cosa possiamo osservare quando coordinarsi… non è così semplice!

Coordinazione motoria: cosa significa?

La coordinazione motoria è un processo complesso che riguarda l’ideazione, la programmazione e l’esecuzione di un’azione. Ogni movimento che compiamo è frutto dell’integrazione tra le informazioni che ci giungono dall’ambiente, dal nostro corpo nello spazio e dalle nostre esperienze pregresse.
A partire da questa integrazione si genera un’idea motoria, che deve poi arrivare in modo veloce ed efficiente dal cervello fino ai muscoli. I sensi (vista, udito, tatto, apparato vestibolare, sistema propriocettivo), il cervello e i muscoli lavorano insieme e producono in modo coordinato un’azione.
Tutto questo complesso sistema si sviluppa durante i primi anni di vita e arriva a compimento intorno ai 7 anni d’età.

Nello sviluppo tipico, un bambino entro i 18 mesi solitamente inizia ad integrare la motricità “grossolana”, cioè gli schemi motori di base: rotolamento, striscio, gattonamento, cammino.

Parallelamente, controllerà le parti più distali del suo corpo (mani, piedi, lingua, … ), perfezionando la motricità “fine”, cioè di precisione. Inoltre inizierà a coordinare più segmenti corporei insieme e in modo crociato. Importante sarà il monitoraggio della vista durante l’esecuzione dei movimenti, per cui spesso si parla di coordinazione oculo-manuale o oculo-podalica. Con questi due termini ci si riferisce all’abilità degli occhi di seguire un movimento che viene svolto con le mani per controllarlo e “guidarlo”.

Esistono poi le prassie che costituiscono delle sequenze motorie concatenate che servono a raggiungere uno scopo. Ad esempio: allacciarsi le scarpe, avvitare o svitare il tappo di una bottiglia, copiare una costruzione di mattoncini, soffiare, gonfiare le guance… Anche l’articolazione di suoni con la bocca e la scrittura fanno parte di questo insieme e, anzi, ne sono l’esempio più complesso!

La coordinazione motoria nella vita di tutti i giorni

La coordinazione motoria può maturare attraverso la ripetizione del movimento, attraverso l’osservazione di altre persone che fanno la stessa azione o se qualcuno ci spiega esattamente come fare qualcosa, passo dopo passo.

Se ci concentrassimo sui movimenti che facciamo per camminare, probabilmente inciamperemmo: camminare è infatti un movimento automatico, che necessita di un basso controllo consapevole. Ma se la prima volta che utilizziamo un macchinario nella palestra di fitness, proviamo a distogliere la nostra attenzione dal movimento che stiamo compiendo, sicuramente potremmo fare un bel volo a terra (ve lo dico per esperienza personale)! Quindi l’esperienza, la ripetizione e l’imitazione contribuiscono molto a sviluppare le competenze relative alla coordinazione motoria.

L’aspetto secondo me più affascinante nello sviluppo del movimento è che spinge il bambino a muoversi e a conquistare le proprie autonomie. Prima impara a spostarsi nello spazio da solo (chi li ferma più quando iniziano a gattonare!), poi ad utilizzare gli oggetti più interessanti (e a volte pericolosi!), fino a modificare l’ambiente in modo personale (costruzioni, disegno, scrittura, … ). Il movimento permette ai bambini di instaurare relazioni con i pari e con l’adulto, ma anche di imparare a fare da solo (quanti si sono sentiti dire “Faccio io!”).

Le caratteristiche che si osservano a casa

Le caratteristiche dei disturbi della coordinazione motoria o della disprassia, vengono in genere notate prima dalle persone più vicine al bambino, dal momento che le difficoltà motorie interferiscono con i risultati scolastici e/o con le attività quotidiane (vestirsi, giocare, scrivere a mano, svolgere attività sportive, … ).

È un disturbo che si manifesta nel 5-6% dei bambini in età scolastica, con prevalenza nei maschi.

In generale si può osservare sul piano motorio:

  • goffaggine o impaccio motorio: il bambino urta o fa cadere le cose;

  • difficoltà nella motricità grossolana o fine o entrambe;

  • ritardo nello sviluppo motorio di alcune capacità motorie quali: camminare, andare in triciclo/bicicletta, afferrare una palla, saltare una corda, allacciare i bottoni e i lacci delle scarpe;

  • disomogeneità tra le proprie capacità motorie e le capacità in altre aree;

  • difficoltà a svolgere attività che richiedono l’uso coordinato di entrambi i lati del corpo (tagliare con le forbici, scrivere, infilare, strappare,lanciare la palla, … );

  • scarso controllo della postura e equilibrio instabile (salire le scale, stare in piedi mentre ci si veste);

  • abilità grafiche e scrittura immature.

Cosa posso fare per aiutare il mio bambino a casa?

Ecco alcuni consigli che possono essere utili per aiutare bambini che presentano un disturbo della coordinazione motoria:

  • incoraggiare il bambino a partecipare a giochi e sport di suo interesse dando importanza all’attività e al divertimento piuttosto che ai risultati o alla competizione;

  • il bambino può mostrare una preferenza per gli sport individuali (ad es. nuoto, corsa, ciclismo, sci). In tal caso, provate ad incoraggiarlo ad interagire con i propri coetanei tramite altre attività (musica, recitazione o arte);

  • fate indossare vestiti comodi da mettere e da togliere per andare a scuola (pantaloni della tuta, felpe, T-shirt, leggings, maglioni e scarpe con il velcro);

  • se possibile, usate chiusure a velcro invece di bottoni, bottoni a pressione o lacci delle scarpe;

  • insegnate al bambino come gestire chiusure difficili quando si ha a disposizione tempo e pazienza (nel weekend o durante l’estate) e non quando si ha fretta di uscire di casa;

  • incoraggiate il bambino a partecipare ad attività pratiche che lo aiuteranno a migliorare la sua capacità di pianificare e organizzarsi. Ad esempio: preparare la tavola, da mangiare o lo zaino;

  • individuare e migliorare i punti di forza, gratificando il bambino per le sue abilità, che sicuramente sono molte!

Quale tipo di percorso scegliere?

Un intervento mirato a bilanciare le aree di forza con quelle di debolezza può aiutare a non “mascherare” le difficoltà, ma a riconoscerle e a trovare delle strategie per compensarle e superarle. Il disturbo della coordinazione motoria e la disprassia hanno buone possibilità di miglioramento, sia per quanto riguarda gli schemi di movimento, sia in termini di consapevolezza, integrazione corporea e autostima.
Tra le molte figure professionali che entrano in gioco nella presa in carico di questi disturbi, c’è il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, che interviene attraverso il gioco e il movimento lavorando sulle competenze motorie. Personalmente sono iscritta all’Associazione AIDEE e continuo ad approfondire la mia formazione in questo ambito per offrire sempre un lavoro di qualità.

La terapia è orientata a piccoli obiettivi volta per volta rinforzando soprattutto la motivazione e la finalità del movimento, per migliorare l’ideazione, la programmazione e l’esecuzione del gesto.
Si propongono giochi che sperimentino il piacere del movimento, dal globale al particolare. Questo permette di migliorare la percezione, l’integrazione sensoriale e la precisione nella selezione muscolare.

Con la crescita del bambino, il lavoro diventa più ideativo e di pianificazione, mentre dal punto di vista motorio si può effettuare un allenamento mirato. Anche la terapia in piccolo gruppo, è riportata come efficace in quanto consente di innescare un apprendimento per imitazione, tramite l’osservazione degli altri, e aumenta la possibilità di trasferire nella vita di tutti giorni i progressi effettuati nella stanza di terapia.

Se vuoi sapere invece come l’abilità di coordinazione influisce sul percorso scolastico di tuo figlio, resta aggiornato sul blog. A breve uscirà la continuazione dell’articolo!

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