Cosa significa BiLS? Scopriamolo insieme a Silvia, la nostra esperta in Bisogni Linguistici Specifici
Oggi intervistiamo Silvia che ci racconta della sua scelta di specializzarsi sull’approccio ai BiLS (Bisogni Linguistici Specifici). Scopriamo insieme cosa sono i BiLS e perché le difficoltà linguistiche che possono avere le persone sono un tema così attuale e importante!
Silvia, che cosa significa l’acronimo BiLS?
BiLS significa Bisogno Linguistico Specifico e comprende una difficoltà che presentano alcuni bambini o ragazzi con BES (Bisogni Educativi Speciali). I BiLS riguardano in particolare le difficoltà nelle aree del linguaggio, della comunicazione e dell’apprendimento della lingua madre o di una lingua straniera che influiscono sulla comprensione, produzione o uso della lingua stessa.
Queste loro difficoltà nell’apprendimento causano anche delle fragilità a livello comportamentale ed emotivo.
I ragazzi con BiLS vivono l’apprendimento come esperienza negativa, sono demotivati dal fatto che debbano investire un grande sforzo per ottenere risultati non sempre positivi. Si approcciano quindi all’apprendimento con svogliatezza, spesso sono lenti e poco accurati nell’eseguire i compiti.
In che modo strutturi un percorso per aiutare i bambini o i ragazzi che rientrano nei BiLS?
All’inizio di un percorso è importante per me analizzare il profilo di apprendimento linguistico specifico del ragazzo, perché non tutti hanno le stesse abilità, caratteristiche o difficoltà. Ognuno possiede punti di forza o di debolezza diversificati e può mettere in gioco strategie differenti e personali.
Successivamente è importante fare un’analisi accurata dei suoi bisogni per impostare un percorso ad hoc con obiettivi specifici. Questo percorso poi viene condiviso con la famiglia e le insegnanti.
Si inizia quindi un lavoro di potenziamento delle abilità linguistiche sfruttando le competenze di base e i punti di forza del ragazzo per compensare le difficoltà e le aree di debolezza.
L’obiettivo è quello di rendere accessibile l’apprendimento per questi ragazzi e trasmettere loro delle strategie utili da mettere in atto sempre più autonomamente.
Quali sono le abilità che vanno potenziate nei percorsi che segui?
Generalmente i ragazzi che presentano dei BiLS hanno tra le aree di maggiore fragilità quella dell’attenzione, selettiva e divisa. In pratica faticano a svolgere compiti che li coinvolgono in più operazioni contemporaneamente e a evitare continue distrazioni in classe.
Un’altra abilità debole è quella della memoria di lavoro, che permette di automatizzare alcuni processi. Concretamente fanno fatica a memorizzare delle procedure o ad applicare le regole grammaticali della lingua ad esercizi sempre diversi.
Oppure possono avere scarse abilità espressive che vengono coinvolte ad esempio nell’esposizione orale o nella produzione scritta.
Queste difficoltà quasi sempre portano ad ottenere risultati brutti e di conseguenza hanno effetti negativi anche dal punto di vista emotivo e motivazionale. In alcuni casi si parla anche di “ansia linguistica”, uno stato di blocco emotivo nell’affrontare compiti che riguardano abilità linguistiche.
Nel tuo astuccio degli attrezzi, cosa porti sempre con te?
Conoscendo le caratteristiche emotive di chi presenta dei BiLS, propongo inizialmente delle attività che si allontanano dalle dinamiche prettamente di tipo “scolastico”, per accompagnarli alla scoperta di strategie da utilizzare a scuola.
Quindi utilizzo spesso giochi da tavolo o carta-matita e attività che prediligono l’aspetto comunicativo e l’essere attivo dello studente. In questo modo riesco a spostare l’attenzione dal compito scolastico e dalla prestazione puramente scolastica al processo di crescita.
Lo strumento per me fondamentale è poi la creatività! Mi piace rimaneggiare il materiale di studio, partendo dai libri di testo o da fonti diverse, per rendere le informazioni più accattivanti, ma anche più fruibili e accessibili per i ragazzi. Proporre loro attività sempre nuove permette di stimolare l’attenzione, li aiuta a fissare meglio i concetti e a sperimentarsi efficaci nell’apprendere, migliorando il loro atteggiamento.
Perché hai scelto di specializzarti in questo ambito?
Da sempre amo l’apprendimento e lo studio delle lingue, sia straniere che l’italiano. Per questo mi piace l’idea di poter facilitare i ragazzi che si trovano in difficoltà e che purtroppo a scuola sono portati a pensare che lo studio di una lingua sia solo l’apprendimento di regole grammaticali da applicare.
Mi piace invece poter passare il messaggio che l’apprendimento della lingua permette di comunicare e di esprimersi meglio, e cerco insieme a loro le strategie che li aiutino ad approcciarsi positivamente alle lingue ricavando anche soddisfazione dallo studio.
Ci sono molti aspetti positivi nel saper parlare una lingua: sono i ragazzi stessi a sottolinearli una volta iniziato il percorso!