Essere genitori competenti al giorno d’oggi
Fuori è una giornata di fuoco, ma i condizionatori si esprimono al loro massimo potenziale. L’aria artificiosamente rinfrescata risulta un toccasana per le giovane menti che si dilettano nell’esecuzione dei compiti estivi.
Durante lo Studio Assistito viene così a crearsi la carica energetica per affrontare la non desiderata massa di esercizi che, grazie alla programmazione, diminuisce ogni giorno che passa!
Dà molta soddisfazione assistere i ragazzi nello svolgimento degli esercizi e assistere alla loro soddisfazione nell’accorgersi di essere stati capaci su materie che durante l’anno scolastico sono state motivo di ostacolo.
Questo atteggiamento positivo e proattivo però può essere di difficile mantenimento se qualcuno, a casa, fa da ostacolo alla percezione di sentirsi efficaci e impedisce di imparare del buono dalle esperienze affrontate…
Volutamente polemico, vi espongo alcune espressioni esemplari che in questi mesi caldi hanno creato in me la voglia di prendere da parte alcuni genitori… per concordare un piano d’azione casalingo ad hoc!
“Non faccio questo esercizio perché non lo capisco, dammi una mano per favore” detto col broncio senza aver letto la consegna e il riquadro laterale con l’aiutino risolutivo…
“Non potrò mai fare da solo questi esercizi! Papà mi aiuta sempre quando torna a casa la sera!” in realtà anche il sabato e la domenica mattina costringendo il resto della famiglia a stare a casa…
“Non ho più penne nell’astuccio, mi presteresti la gomma, la matita, la penna blu, rossa, i fogli a quadretti con la protezione laterale dei buchi, il cancellino topo che elimina i miei errori…” considerando che nello zaino c’è tutto il materiale dell’anno scolastico e, sul fondo, un astuccio con la cancelleria (rotta) assieme ad un cellulare di ultima generazione sfoggiato con estrema fierezza! Quest’ultimo poi viene scaraventato sul tavolo con lo stesso apprezzamento che si viene dato ad una gomma da masticare usata!
Questi sono solo alcune delle frasi che ho ripetutamente ascoltato nei mesi estivi.
Sono state tutte prese in considerazione, analizzate e portate all’attenzione del genitore che, spesso e volentieri, chiede a riguardo un forte aiuto!
Le richieste di aiuto più frequenti riguardano il voler spronare il figlio, che spesso e non volentieri è un sorvegliato speciale, a fare i compiti.
Pur provando “in tutte le maniere”, il genitore si accorge che ne la “carota” e tantomeno il “bastone” funzionano bene oggi confronto a quando venivano usate su lui stesso da bambino.
Cosa può spingere un ragazzo di oggi a seguire le indicazioni genitoriali?
In passato ordini e comandi funzionavano benissimo mentre oggi, per paura di esagerare e di far rivivere esperienze non piacevoli, si evita addirittura di agire con autorevolezza; al contrario si usano atteggiamenti autoritario di amicizia. Se vuoi saperne di più sugli stili genitoriali leggi l’articolo Genitore sì, ma con stile!
Ne consegue che per farsi ascoltare, nel motivare allo studio, non basta iniettare strategie di studio, tecniche per allenare la motivazione e l’autonomia. Se vuoi saperne di più leggi l’articolo Motivazione: la giusta spinta verso la meta.
Si deve cambiare modalità di approccio e creare un nuovo tipo di “contatto” con i ragazzi.
Bisogna imparare l’arte della negoziazione!
Con tantissime informazioni che arrivano ad altissima velocità i figli non accettano di “mandar giù tutto d’un fiato” gli insegnamenti che qualcun altro (genitore) impartisce. Avere accesso ogni momento alle informazioni attraverso tecnologie multimediali, come internet con i moti di ricerca, possono creare la percezione di sapere già tutto quello che serve nella vita senza avere la necessità di un approfondimento.
Per farsi ascoltare bisogna distinguersi dai motori di ricerca in modo da attirare l’attenzione dei ragazzi così volenterosi di esprimere la loro opinione…
La negoziazione viene in aiuto come strumento comunicativo efficace perché serve a mettere sul piatto della bilancia della contrattazione le esigenze del genitore e quelle dei figli. Vuol dire che mamma e papà devono far capire al proprio figlio che i suoi bisogni sono presi in considerazione, senza essere pregiudicati.
Poi si può cominciare a contrattare venendosi incontro ed infine stilare assieme una tabella di regole e mansioni comuni a tutti i membri del nucleo familiare.
Bisogna quindi che si instauri un rapporto di alleanza: il solo sgolarsi nella pretesa di ottenere l’ordine giornaliero dello zaino serve a poco se il fanciullo ha la “pappa pronta” in altre situazioni!
È più utile invece indurre i ragazzi ad abituarsi gradualmente a svolgere varie attività quotidiane che portino a diventare responsabili e, cosa molto importante, capaci di apprezzare, con rispetto e umiltà, ciò che si possiede.
Quindi dare degli incarichi a misura di ragazzo, come prendersi cura di alcuni aspetti della casa e del contenuto comune a tutti, permetterà di aiutare il giovanotto a stimarsi correttamente. Sarà lui stesso a rinforzare la convinzione di avere le capacità per poter cambiare il suo ambiente e il suo mondo interno.
Proprio per questa continua ricerca del dialogo verso l’esterno e di risoluzione dei probabili conflitti interiori, bisogna imparare ad usare le parole con maggiore consapevolezza!
Mai come nel caso di un figlio si è a rischio di perdita della fiducia se non si rispettano le promesse!
Concedere fiducia vuol dire anche permettergli di potersi esprimere e di renderlo così consapevole che la sua opinione viene rispettata e soprattutto creduta. Quest’ultimo punto è importantissimo!
Provate quindi ad immaginare una situazione in cui è stato causato un danno da “ignoti” dentro casa: se spesso il figlio viene accusato di un fattaccio, senza che gli sia permesso il beneficio del dubbio, sarà portato a pensare di non essere credibile e ricorrerà ad elaborate bugie preventive, anche se lui non è stato la causa del problema.
Tutto ciò lo farà convincere di essere poco degno di stima: potrebbe convincersi di essere fonte di problemi e per non rischiare di sbagliare potrebbe evitare il più possibile di godersi nuove esperienze.
In pratica: se si vuole che i propri figli si prendano la responsabilità di fare scelte e azioni, bisogna evitare di accontentali e, al contrario, permettere loro di sbagliare e di riflettere sui loro passi! Se vuoi saperne di più leggi l’articolo Il valore dell’errore per apprendere.
Anche l’andamento scolastico ne trarrà beneficio e potranno scoprire che possiedono già tutte le risorse necessarie per superare gli anni scolastici con più autonomia, a beneficio delle gole dei genitori.
Diamogli quindi l’opportunità di procurarsi delle graziose e formative note scolastiche!
Gli concederemo la meravigliosa possibilità di poter analizzare la situazione e accettare le conseguenze del proprio agire, senza sottolineare continuamente l’accaduto con l’espressione “te l’avevo detto”.
Il contributo dei genitori sta proprio nel permettere che il ragazzo si accorga del suo operato e che possa trarne insegnamento sempre.
Ricordiamoci che i figli cresceranno per prendere il volo e in funzione di questo l’intervento dei genitori sarà ricordato come prima fonte d’ispirazione per tutta la vita: nel bene e nel male.