Il Gioco della Trasformazione: come ho trasformato la mia vita giocando
Oggi sto sistemando e aggiornando il mio manuale del “Gioco della Trasformazione” e preparando una breve presentazione da tenere sul seminario. Mentre lo faccio, mi guardo indietro e ripenso a quando ho conosciuto il Gioco della Trasformazione, ormai 14 anni fa. Allora ero approdata a questo seminario totalmente inconsapevole. Mi ero iscritta al corso con un gruppo di amici e colleghi senza sapere davvero di cosa si trattasse, ma con l’obiettivo di imparare qualcosa di nuovo e di vivere un’esperienza di crescita personale e lavorativa.
Avevo 20 anni e avevo appena concluso un altro corso di formazione che mi aveva già spinto a riflettere su di me, ma anche riempita di entusiasmo e voglia di mettermi in gioco.
E l’occasione di mettermi in gioco è arrivata!
La magia di partecipare al Gioco della vita
Devo dire che all’inizio, seduta davanti a questo tabellone, con davanti a me il percorso con le sue caselle, la mia pedina e il dado in mano, non immaginavo nemmeno cosa sarebbe potuto succedere dopo. Dopo solo qualche tiro di dado, però, e qualche carta pescata, mi erano rimasti davvero pochi dubbi sull’efficacia e la magia insieme di questo strumento. Sono rimasta davvero meravigliata! Questo Gioco ha avuto da subito molto fascino per me. Tanto che ho ripetuto l’esperienza altre due volte, nel corso degli anni, con propositi sempre diversi. In tutti i casi è stato davvero utile nel mio percorso usare questo strumento per affrontare momenti di cambiamento e per aiutarmi a migliorare alcuni aspetti della mia vita.
Nel 2010, dopo aver visitato la comunità di Findhorn, in Scozia, dove il Gioco della Trasformazione è nato, ho deciso che volevo approfondire la conoscenza del seminario e intraprendere il percorso per diventare una facilitatrice accreditata.
Uno dei motivi della mia scelta, lo ammetto, è stata egoistica! Per me è bellissima l’atmosfera e il contesto che si creano attorno al Gioco, mi permettono di rivivere le belle emozioni che ho vissuto a Findhorn e mi offrono la possibilità e il privilegio di conoscere tante persone stupende a un livello profondo e costruttivo.
Inoltre mi riempie di soddisfazione sapere di poter, nel mio piccolo, dare ad altri la stessa occasione di rinnovamento, trasformazione e raggiungimento dei propri obiettivi che ho sperimentato su di me.
Il viaggio a Findhorn: riscoprire di essere parte di un tutto
Qualcuno potrebbe chiedersi il motivo per cui voglio riportare le emozioni che ho vissuto a Findhorn qui attraverso il Gioco.
Proprio durante la formazione per diventare facilitatore ho scoperto che tra gli obiettivi principali dell’ideatrice del Gioco della Trasformazione, Joy Drake, c’era proprio il desiderio di riflettere in questo strumento l’essenza dell’esperienza di Findhorn ricreando in miniatura quell’ambiente di crescita personale e comunicazione positiva tra persone.
A chi non capita infatti di fare un bel viaggio e, una volta a casa, di aver voglia di tornare indietro e di poter godere di nuovo dei bei momenti della vacanza?
Il viaggio a Findhorn però non mi ha lasciato solo questo, ma molto di più!
La settimana di esperienza nella comunità di Findhorn è stato un tuffo nell’atmosfera e nel modo di vivere che vorrei si potesse avere in tutto il mondo.
In ogni cosa si respira una bella energia di crescita e amore. Questa si rispecchia nel paesaggio attorno: nella natura rigogliosa che ricambia chi la coltiva con ottima frutta e verdura, nel bosco di sequoie che sembra uscito da un racconto di elfi e fate e nel mare con la spiaggia di lì a pochi passi. Ma soprattutto questa energia si ritrova nelle persone: non importa se sono persone che vivono qui da anni o sono arrivate da pochi giorni, tutti nella comunità vengono investiti da questo energia positiva e hanno di conseguenza un atteggiamento positivo, con la voglia di conoscersi, di crescere e di collaborare.
A Findhorn ci si sente subito accolti per quello che si è e nel fare il proprio percorso di crescita ci si sente parte di un insieme, di un tutto, capaci di offrire il proprio contributo importante alla comunità. Ad Agosto del 2007 ci saranno state migliaia di persone a Findhorn, delle più diverse nazionalità, provenienze e stili di vita. Ma quello che io ho percepito è che qui la differenza viene davvero valorizzata e vissuta come ricchezza piuttosto che giudicata.
Findhorn è anche il luogo dove ho potuto sperimentare che la spiritualità può essere qualcosa di molto pratico. In questo posto, ci sono diversi luoghi per meditare, in modi anche differenti. Ciò che più mi ha colpito sono quelle che vengono chiamate “sintonizzazioni”, momenti in cui concentrare davvero la propria attenzione su ciò che si sta facendo, attimi in cui connettersi con la parte profonda di sé e riportare la propria consapevolezza nel presente.
Ecco, se dovessi scegliere una cosa sola tra quelle che ho imparato a Findhorn, da poter trasmettere ad altri e da ricordare a me stessa giorno per giorno, forse sceglierei proprio questa. Quante volte sprechiamo un sacco di energia nel fare mille cose assieme, o nel farne anche una sola mentre però la mente ne sta pensando altre mille? Quanta energia sprecata, e quanto tempo perso. Tanta fatica e nessuna possibilità di godersi davvero ciò che si sta facendo.
Dopo l’esperienza a Findhorn, il “Gioco della Trasformazione” per me ha assunto un valore aggiunto. Nel facilitarlo ho la possibilità di riportare un po’ di quei valori ed emozioni scozzesi nel quotidiano mio e di altre persone. Nell’esperienza di Gioco, come facilitatrice, riesco a condividere momenti di crescita e far sì che si crei uno spazio positivo e facilitato per quelle persone che vogliono mettersi in discussione e lavorare sulla propria crescita personale.
La trasformazione inizia quando ti metti in gioco
Il Gioco, fin dalla sua nascita nel 1977, ha lo scopo di fungere da metafora del percorso di vita della persona, rispecchiando modi di pensare, sentimenti, convinzioni dei giocatori e situazioni relazionali. L’obiettivo principale era, fin da allora, quello di offrire un contesto facilitato nel quale venissero accelerate l’autoconsapevolezza e la crescita personale e spirituale.
Per me la struttura stessa del Gioco della Trasformazione è di grande fascino. L’accuratezza delle carte, le situazioni e le interazioni di gioco che propone mi stupiscono sempre.
Il suo pregio principale è quello di porre i partecipanti in una posizione autoriflessiva, in cui:
- fermarsi a guardare il proprio passato, ma con gli occhi saggi della persona che si è ora con le nuove risorse che si sono acquisite;
- permettersi di essere davvero nel presente, sentendo e vivendo fino in fondo le proprie emozioni per guardare con fiducia verso il proprio futuro con la certezza che i cambiamenti possono avvenire quando davvero lo si vuole e ci si mette in gioco.
Ognuno dei partecipanti diventa il protagonista della propria vita e interpreta le situazioni proposte dalle carte scoprendo nuove direzioni, riconoscendo e cercando soluzioni per superare ostacoli e blocchi, acquisendo nuove consapevolezze su di sé e sulla propria vita e riscoprendo anche la sfera delle emozioni e quella spirituale.
Questo strumento mi ha mostrato come il cambiamento non debba per forza essere associato a qualcosa di complicato o lungo, ma al contrario come si possa fare un profondo lavoro di trasformazione su diversi aspetti della vita personale anche in un’atmosfera piacevole. Anzi, forse è proprio questa la sua forza: la maggior parte delle persone infatti, davanti ad un gioco, abbassa molte delle inutili difese che ha ed è molto più disponibile a lavorare su di sé con un atteggiamento positivo e favorevole.
Un gioco non competitivo è il contesto più adatto dove potersi esprimere in un gruppo che ascolta, sostiene e condivide a sua volta e dove avere l’occasione di confrontarsi con altri che possono farci da specchio, valorizzando le differenze e sentendosi parte di un tutto. Dove fare dei passi concreti verso quella realtà trasformata e ideale che si vuole per sé proprio perché si accetta quello che si è riconoscendo non solo i propri limiti, ma anche i propri punti di forza e la possibilità di essere contributo per se stessi e per gli altri.
Molti si avvicinano al “Gioco della Trasformazione” pensando di aver trovato la soluzione a tutto, lo strumento magico che risolve i problemi, ma il più grande insegnamento che io ho ricevuto da facilitatrice del Gioco è che troppe volte, nelle difficoltà cerchiamo qualcuno o qualcosa che risolva tutto senza renderci conto che le risorse migliori vengono da dentro di noi e se ci fermassimo ad ascoltare davvero cosa ci si muove dentro e dove vogliamo veramente andare staremmo sicuramente meglio. Il Gioco della Trasformazione offre questo come grande vantaggio ai partecipanti: lo spazio di connettersi con quella parte consapevole che tutti hanno e da quella posizione riconoscere il proprio potere personale per essere davvero i protagonisti principali di quel viaggio che è la vita.